“Parla, o Eterno, poiché il tuo servo ascolta.”
Introduzione: Il contesto della chiamata di Samuele
Il versetto di 1 Samuele 3:9 si inserisce in un momento cruciale della storia biblica, segnando il passaggio da un’epoca di guida sacerdotale instabile a una nuova fase in cui Dio sceglie direttamente i Suoi servitori per governare e istruire il Suo popolo.
Samuele è ancora un ragazzo quando Dio lo chiama. Vive nel tempio sotto la tutela del sacerdote Eli, in un periodo di declino spirituale in Israele. I figli di Eli, Ofni e Fineas, abusano del loro ruolo sacerdotale e l’intero popolo si è allontanato dalla volontà del Signore. È in questo contesto di crisi che Dio sceglie di parlare a Samuele, preparandolo a diventare un profeta e un giudice per Israele.
L’episodio della chiamata è importante: Samuele sente una voce che lo chiama per nome, ma inizialmente non la riconosce. Corre da Eli, convinto che sia lui a parlare. Solo dopo tre chiamate, il sacerdote comprende che è Dio a interpellare il giovane e gli suggerisce di rispondere con le parole che troviamo nel versetto: “Parla, o Eterno, poiché il tuo servo ascolta.”
Questa scena ci offre un insegnamento profondo sul modo in cui Dio ci chiama, sulla necessità dell’ascolto e sulla disposizione interiore che dobbiamo avere per rispondere al Suo invito.
1. L’importanza dell’ascolto nella vita spirituale
L’ascolto è il primo passo nella relazione con Dio. Spesso ci aspettiamo che Egli si manifesti in modi spettacolari, ma la Sua voce può essere sottile, delicata, nascosta nelle pieghe della quotidianità.
Nella Bibbia, Dio parla in modi diversi: attraverso i profeti, le Scritture, le esperienze personali, la voce interiore della coscienza. Tuttavia, non è sempre facile riconoscerlo. Anche Samuele, pur vivendo nel tempio, fatica inizialmente a comprendere che è Dio a chiamarlo. Questo ci insegna che **la vicinanza fisica al sacro non è sufficiente per discernere la voce del Signore: è necessario un cuore aperto e disponibile.**
Gesù riprenderà più volte questo tema nei Vangeli, esortando i Suoi ascoltatori con le parole:
“Chi ha orecchi per udire, oda” (Matteo 13:9).
L’ascolto vero non è solo un’azione passiva, ma un atteggiamento che richiede silenzio interiore, pazienza e disponibilità a lasciarsi guidare.
Domande per la riflessione personale:
- Quanto spazio lasciamo all’ascolto nella nostra vita?
- Siamo troppo distratti da rumori esterni e pensieri interiori per percepire la voce di Dio?
- Come possiamo coltivare un ascolto più profondo e consapevole?
2. L’atteggiamento di umiltà e disponibilità di Samuele
La risposta di Samuele è un esempio di umiltà e obbedienza. Le sue parole indicano un atteggiamento di apertura totale: non chiede spiegazioni, non mette condizioni, non esprime dubbi, ma si dichiara pronto a ricevere la parola di Dio.
L’umiltà è fondamentale per riconoscere la voce del Signore. Spesso, invece, noi siamo tentati di dire a Dio cosa vogliamo sentirci dire, anziché metterci in ascolto autentico.
Pensiamo a quanti personaggi biblici hanno esitato di fronte alla chiamata divina:
- Mosè si sentì inadeguato (Esodo 3:11).
- Gedeone chiese ripetute conferme (Giudici 6:36-40).
- Geremia si considerava troppo giovane (Geremia 1:6).
Samuele, invece, accoglie la chiamata con semplicità e fiducia. Egli non sa ancora cosa Dio gli chiederà, ma è disposto ad ascoltare e a obbedire.
Domande per la riflessione personale:
- Quando Dio ci chiama, rispondiamo con la stessa umiltà di Samuele?
- Siamo pronti a dire “Sia fatta la Tua volontà” o imponiamo le nostre condizioni?
- Riusciamo ad affidarci completamente a Dio, anche quando non comprendiamo pienamente il Suo disegno?
3. Il discernimento: riconoscere la voce di Dio
Un altro elemento chiave di questo episodio è il discernimento. Samuele sente la voce di Dio, ma inizialmente non la riconosce. È Eli a guidarlo nella comprensione di ciò che sta accadendo. Questo ci insegna che il discernimento spirituale non è sempre immediato e che spesso abbiamo bisogno di una guida.
Nella vita cristiana, il discernimento avviene attraverso:
- La preghiera: Un dialogo sincero con Dio aiuta a chiarire la Sua volontà.
- Le Scritture: La Parola di Dio illumina il cammino e ci dà criteri di giudizio.
- Le persone di fede: Come Eli per Samuele, anche noi possiamo trovare consiglieri saggi nella nostra comunità.
- Le circostanze della vita: Dio parla attraverso eventi e segni quotidiani.
Domande per la riflessione personale:
- Ci prendiamo il tempo per discernere la voce di Dio?
- Siamo disposti ad ascoltare chi ci può aiutare a comprendere la Sua volontà?
- Siamo aperti ai segni che Dio ci dà nella nostra vita?
4. Dall’ascolto all’azione: la risposta concreta a Dio
Dopo aver ascoltato Dio, Samuele non rimane passivo. La parola che riceve lo trasforma e lo prepara a una missione. Egli diventerà il profeta che guiderà Israele e che ungerà i primi re, Saul e Davide.
Questo ci insegna che l’ascolto vero porta sempre all’azione. Non possiamo limitarci a ricevere la parola di Dio senza lasciarci cambiare. L’incontro con Dio trasforma e chi ascolta autenticamente è chiamato a rispondere con impegno e responsabilità.
Anche nella nostra vita, Dio non ci parla solo per il nostro bene personale, ma per renderci strumenti della Sua volontà nel mondo.
Domande per la riflessione personale:
- Dopo aver ascoltato la Parola di Dio, come la mettiamo in pratica?
- Ci lasciamo trasformare da ciò che Dio ci comunica?
- Siamo disposti a diventare strumenti della Sua opera?
Conclusione: una preghiera per il nostro cammino
Le parole di Samuele possono diventare la nostra preghiera quotidiana:
“Parla, o Eterno, poiché il tuo servo ascolta.”
Con questa semplice invocazione, possiamo chiedere a Dio di renderci attenti alla Sua voce, umili nel riconoscerla e pronti a seguirla.
Che possiamo, come Samuele, **ascoltare con fede, discernere con saggezza e rispondere con coraggio**, lasciandoci guidare dalla volontà di Dio in ogni aspetto della nostra vita.
Mimmo Longo – Nadia Pianalto